martedì 1 giugno 2010

....E all'ombra di un'alba violacea


E' all'ombra di "un'alba" violacea
al passo di note gitane,
il mio passo si affretta
incurante ed incosciente
verso un miraggio.

Un miraggio di oasi paradisiaca
sotto un cielo di arcobaleni danzanti,
alte
si stagliano,mute: Arabe Fenici
e all'orizzonte Unicorni sembrano attendere.

E' nell'approssimarsi che l'anima ricorda:
musiche soavi e liete
battiti di vita si rincorrono nella memoria
si dimenano
e cercano,
chiedono
libertà.

Libertà di esultare,
di cibarsi,nutrirsi di colori
e...
calore...
quel calore fresco che dona...
...dona
e ancora non stanco si offre.

Versi gaelici rincorrono le note estranee
e nella frenesia del ritmo
rievocano nella mente immagini di
una serenità lontana.

Non sarebbe saggio soffermarsi
in questi luoghi,
ma l'anima,
sconfitta ma non vinta,
è affamata,
e brama e desidera
ogni singolo atomico frammento di questo...

Miraggio.

Realtà illusoria...
ed ecco...
le note soavi
alla nuova realtà dell'udito
son canti struggenti,
e nell'accordarsi armoniosamente
intimamente
l'un con l'altro nel tutto..
raggiungono i sensi sempre più nitide e pure:

Son Canti,
Denunce implacabili e impietose
della propria misera realtà..
Son le Fenici...non più mute...
...son canti di morte.

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