giovedì 28 luglio 2011

....Veglia

..Nox erat et placidum carpebant fessa soporem
corpora per terras, silvaeque et saeva quierant
aequora, cum medio volvuntur sidera lapsu,
cum tacet omnis ager, pecudes pictaeque volucres,
quaeque lacus late liquidos quaeque aspera dumis
rura tenent, somno positae sub nocte silenti..

..Era notte ed i corpi stanchi prendevan placido 
riposo sulle terre, le selve ed i mari crudeli 
eran quieti,quando le stelle volgono a metà del giro, 
quando ogni campo tace, le mandrie e gli 
uccelli variopinti,  che occupano attorno i 
limpidi laghi e campagne aspre  di spini, 
riposti nel sonno sotto notte silenziosa..
lunedì 18 luglio 2011

Silenzi non Ascoltati

Una bolla arcobaleno...
Nel riposo di una corda vibrante
e nell'attesa della vibrazione successiva
della corda che ancora non sai
l'occhio e il tuo senso si perdono..
nell'infinito di un prato verde smeraldo
brillante,
invaso di luce accecante
si racconta...

E racconta di
luce di stelle brillanti,
papaveri rosso sangue,
e cieli azzurri di mare:
strade di voli liberi
percorsi non tracciati
segnati solo dall'istinto
e da venti benevoli.
Cime verdi che sussurrano
ammalianti canti di Sirene
e la memoria viene meno..
Odori,profumi complici
invitano al totale trasporto
dei sensi in questo perdersi.
E bolle evanescenti che raccontano
il passaggio di cuccioli d'uomo.

Una bolla arcobaleno...
trasporta il suo ultimo ricordo:
quadro di schiena di donna,
bellissima,
curve che raccontano,
che vibrano,
di quel fascino
atavico, ancestrale..
essenziale,
soffio autentico
che come bufera
investe il sensibile
e lo rende schiavo o libero...
E scarpe per andare o rimanere,
e bagagli dominati da quel disordine
che raccontano di viaggi,
di attimi brevi vissuti avidamente
vittime e complici di una fame insaziabile.

Il tempo è impietoso...
l'arcobaleno inizia a svanire..
nella scheggia del riflesso residuo
ti cerchi
cerchi te...
qualcosa di te che ti dica,
confermi in questa assenza la tua presenza..
ma...
è Silenzio.

Silenzio di cui conosci l'intimo,
sapore,odore...
di cui conosci ogni singolo neo,
pelle il cui freddo ti è noto
inverno di un inferno di cui sai
E le urla di questo silenzio
sussurrate
compagne di sempre
unico suono senza tono sempre presente in te.
E volgi i tuoi sensi
al prato
che diventi àncora,
amico che ascolti
mano che sorregga
che ti doni luce che salvi
ma...
è assente.

Non prato,
solo il sangue dei papaveri ormai in frantumi,
solo frammenti caotici.

E il prato
è la menzogna
della presenza che da sempre,
è amante e nemica fidata,
affascinante, al solito,
bellissima,
tentatrice...
della morte
che ti appartiene
sorda,
muta.
Incapace di comprensione, di ascolto.

Silenziosa.
Ti affianca,
ti porge la sua mano,
l'unica presente:
la solitudine.

Quella di cui non si racconta,
del buio senza stelle
del suono senza corde...muto
e del pianto
che non ha lacrime.
Silenzio..di quel silenzio non ascoltato
che rispetto non trova..
che è voce della tua amante di sempre.
| Top ↑ |