giovedì 28 luglio 2011

....Veglia

..Nox erat et placidum carpebant fessa soporem
corpora per terras, silvaeque et saeva quierant
aequora, cum medio volvuntur sidera lapsu,
cum tacet omnis ager, pecudes pictaeque volucres,
quaeque lacus late liquidos quaeque aspera dumis
rura tenent, somno positae sub nocte silenti..

..Era notte ed i corpi stanchi prendevan placido 
riposo sulle terre, le selve ed i mari crudeli 
eran quieti,quando le stelle volgono a metà del giro, 
quando ogni campo tace, le mandrie e gli 
uccelli variopinti,  che occupano attorno i 
limpidi laghi e campagne aspre  di spini, 
riposti nel sonno sotto notte silenziosa..
Publio Virgilio Marone
Eneide Liber IV (522-527)
-L'Ultima veglia di Didone- 

Era notte..

è notte..
e nella notte silente
luci di stelle lontane,
prive di soffio vitale,
tracciano sentieri tremolanti
sulla trama ruvida di acque quiete.
I suoni di questo incontro etereo, sfuggente
rievocano  sapore di quel bacio
che sfuggì alla passione
e divenne ricordo,
ormai morente 
in quest'abbraccio negato.
E dall'angoscia delle domande
evolse nella serenità dell'oscurità dell'anima.
E in questo mare sì oscuro
perdersi,
è piacevole
oblio necessario di volontà di sopravvivenza.
Prigionia è
ritrovare i brandelli,
...ritrovarsi.
E quando il freddo di correnti sotterranee
di questo mare quieto,
ti penetra,
ed il cuore perde qualche battito,
e l'anima è un ostaggio
dal riscatto impagabile,un reso a perdere
brami e stringi i lacci di questa prigionia.
Il cielo è lontano,
ma l'occhio suggerisce che è di quel rosa 
del dopo una pioggia,
in cui l'arcobaleno non ha come raggiungerti
ed in questo rosa diffuso, tenuo, 
ti offre solidarietà,
aiuto inaspettato, 
misterioso,
offre
un sentiero non tremolante, sicuro,
ponte tra quel cielo e quel mare
tra abisso e  vette...
il nuotare del volo 
che salva,
che...
conosce il perdono dell'oscurità
e l'alleanza della distesa infinita che ti abbraccia.

E ritorna,
ritorna come un urlo mai stanco,muto,
questo abbraccio negato,
non c'è perdono per questo,
comprensione forse,
ma è memoria ormai stanca
feroce,
fuoco ardente 
di affetti negati
o non conquistati.

Di ogni frammento vivi il lato oscuro,
come vibrazione,
e il suono non consola,
il dolore che trasmette
ti dona conoscenza
conoscenza intrinseca essenziale,
ha un volto familiare,
è confuso e vago:
alla domanda inespressa,
una risposta 
giunge inaspettata:
ha un odore salmastro e buono
le espressioni trasmettono 
le emozioni di quell'abbraccio totale mancante
gli zigomi, il sorriso
hanno sì un volto familiare:
anche se non fosse...
...ma somiglia molto,
a qualcosa che è simile
al volo del cuore
all'amore
all'unione
alla libertà 
della morte.


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